lunedì 12 marzo 2012

‘‘Decreto liberalizzazioni’’: tutte le novità in sintesi


Con il “Decreto liberalizzazioni” (in G.U. 24 gennaio 2012, n. 19, Suppl. Ord. n. 18) si cerca di dare un forte impulso all’economia stagnante con una serie di norme che toccano quasi tutti i settori economici, ma il cui reale impatto e, soprattutto, efficacia potrà misurarsi solo nei prossimi mesi. Nel nuovo decreto, però , non ci sono solo misure volte alle tanto attese liberalizzazioni, ma anche tante disposizioni che oltre ad introdurre strumenti di sviluppo economico (si pensi alla nuova S.r.l. con capitale di un euro per i giovani) vanno a ‘‘correggere’’ alcune distorsioni esistenti nell’attuale sistema legislativo sia per le imprese che per i lavoratori autonomi e i privati cittadini, e non solo a livello amministrativo, ma anche fiscale. Tra le novità si segnalano:
  • l’abolizione di qualsiasi norma contraria al libero esercizio dell’attività d’impresa (quindi, di tutte le norme che prevedono autorizzazioni, limiti, nulla osta ecc);
  • l’istituzione del Tribunale per le imprese che si occuperà , tra le altre cose, delle controversie societarie;
  • la possibilità , per gli under 35, di costituire S.r.l. con capitale minimo (addirittura, anche di un euro) e senza particolari formalismi;
  • l’abolizione (definitiva) delle tariffe professionali e l’obbligo, per i professionisti, di comunicare (non necessariamente per iscritto) il preventivo al cliente;
  • il potenziamento della rete delle farmacie con la possibilità di avere una farmacia ogni 3.000 abitanti;
  • l’aumento del numero dei notai (almeno 500 nuovi posti);
  • la liberalizzazione della rete dei distributori di carburante;
  • l’istituzione di una Autority per i trasporti che “vigilerà” sul trasporto pubblico e, in particolare, sui taxi;
  • la possibilità per i Comuni di prevedere una aliquota IMU agevolata per gli immobili merce;
  • l’eliminazione dell’esenzione IVA in capo al costruttore, per le operazioni di affitto e vendita di abitazioni destinate all’edilizia sociale;
  • la possibilità per le imprese che si trasferiscono in Stati UE o aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo di richiedere la sospensione degli effetti della c.d. “exit tax”.

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