I Ministri europei dell’agricoltura hanno trovato la quadra sulla
riforma della PAC post 2013. L’intesa è stata raggiunta a maggioranza
qualificata, con il sostegno di 25 Paesi su 27 (contrari Slovacchia e Slovenia).
La Presidenza di turno irlandese dell’UE ha comunque assicurato di aver ricevuto
un “forte mandato” per negoziare, nel rispetto del calendario previsto, questa
complessa partita con Commissione e Parlamento a partire da aprile. Obiettivo:
concludere l’iter di riforma entro giugno.
In sintesi. Nel prossimo mese di
giugno, il lungo e complesso iter di riforma che ha visto susseguirsi una serie
di impennate e soste forzate, arriverà a compimento. Per la prima volta nella
storia dell’Unione Europea sono entrati in gioco i poteri legislativi del
Parlamento in materia agricola. La nuova PAC sarà così decisa congiuntamente da
Parlamento, Consiglio e Commissione. La fase dei triloghi è iniziata l'11 aprile
con il confronto tra Consiglio e Commissione sull'intero impianto della riforma,
sul quale si conta di raggiungere un accordo entro la conclusione del semestre
di Presidenza irlandese, ovvero il prossimo mese di giugno. Il via del
Parlamento europeo (con vari distinguo). Il progetto di mandato per i
negoziati con gli Stati Membri relativo alle future regole sui “Pagamenti
diretti” è stato approvato con 427 voti (224 contrari e 32 astensioni). Quello
riguardante i negoziati sulle norme future per lo “Sviluppo rurale” è stato
invece approvato con 556 voti (95 contrari e 18 astensioni). Il progetto di
mandato per i negoziati sulla futura “Organizzazione Comune di Mercato” è stato
approvato con 375 voti (277 contrari e 24 astensioni). Infine, il mandato sui
negoziati in materia di “Norme di finanziamento, di gestione e di monitoraggio”
è stato approvato con 474 voti (172 contrari e 23 astensioni).
Una PAC più equa. Come ha
rilevato dopo il voto lo stesso Presidente della Commissione Agricoltura del
Parlamento europeo, Paolo De Castro, con questo provvedimento
“è stato raggiunto un giusto equilibrio tra sicurezza alimentare e miglioramento
della protezione ambientale. In questo modo, la nuova politica agricola europea
potrà in futuro fornire maggiori beni pubblici ai cittadini. Allo stesso tempo,
la nuova PAC dovrà essere resa meno burocratica e più equa per gli agricoltori,
per rafforzarli e aiutarli a fronte a situazioni di crisi. Gli aiuti agli
agricoltori sono soldi pubblici e quindi devono essere resi noti, ecco perché
abbiamo votato in favore della loro pubblicazione. E abbiamo anche
eliminato la possibilità che un agricoltore sia pagato due volte per lo
stesso motivo. Questa sarà la posizione del Parlamento europeo al
momento di negoziare la sua forma definitiva con gli Stati “Membri”.
Greening. Il 30% dei
bilanci nazionali per i pagamenti diretti dovrebbe essere subordinato al
rispetto delle misure di greening obbligatorie, ma il Parlamento europeo
sottolinea che tali misure devono essere rese più flessibili e
graduali. Le tre misure principali (diversificazione delle colture,
conservazione dei pascoli permanenti e creazione di aree di interesse
ecologico), rimarrebbero tali, ma con alcune eccezioni, ad esempio, per prendere
in considerazione le dimensioni dell'azienda.
Le sfide dei mercati. Per aiutare gli
agricoltori a far fronte alla volatilità del mercato e a rafforzare la loro
posizione contrattuale sui prezzi, le organizzazioni degli agricoltori
dovrebbero avere nuovi strumenti a disposizione ed essere autorizzate a
negoziare contratti per conto dei loro membri. Quote latte, zucchero e vino. Per
garantire che la fine delle quote latte non comporti una crisi nel settore
lattiero-caseario si dovranno prevedere aiuti per almeno tre
mesi per i produttori di latte che hanno volontariamente tagliato la
produzione di almeno il 5%. Emendamenti che chiedevano una proroga delle
quote latte, oltre la data di scadenza del 2015, sono stati respinti.
Il Parlamento ha posto il veto a proposte di permettere la fine delle
quote per lo zucchero, in scadenza nel 2015, per consentire ai
produttori di barbabietole di prepararsi alla liberalizzazione del settore
prevista nel 2020. Anche il diritto di impianto della vite
dovrebbe essere prorogato almeno fino al 2030.
Soglia, giovani, grandi beneficiari, tetto
massimo degli aiuti, sburocratizzazione. Gli agricoltori
di tutti gli Stati Membri non dovrebbero ricevere aiuti al di sotto del 65%
della media UE. Il Parlamento ha anche votato a favore della
pubblicazione dei beneficiari dei finanziamenti agricoli e ha inserito un elenco
di proprietari terrieri, come gli aeroporti e le società sportive, che
dovrebbero essere automaticamente esclusi dal finanziamento
comunitario, a meno che non dimostrino che l'agricoltura contribuisce a
una quota sostanziale del loro reddito. I giovani agricoltori dovrebbero
ottenere un 25% in più sui pagamenti, per un massimo di 100 ettari, e
gli Stati Membri dovrebbero essere liberi di utilizzare più fondi per
sostenere i piccoli agricoltori. Il Parlamento ha sostenuto la proposta
della Commissione di stabilire un tetto massimo, pari a 300.000 euro, per i
pagamenti diretti a qualsiasi azienda e di ridurre sostanzialmente i pagamenti
per chi riceve più di 150.000 euro. Ciò non si applicherebbe alle cooperative
che ridistribuiscono i pagamenti ai propri membri. Infine, si dovrà puntare a un
forte ridimensionamento della burocrazia e garantire che le sanzioni contro la
violazione delle regole europee siano proporzionate.
(Fonte: Europe Direct Veneto di Veneto Agricoltura)
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