lunedì 15 aprile 2013

RIFORMA PAC 2014-2020 VERSO LA CONCLUSIONE

programma 27 settembre PAC bozza 3
I Ministri europei dell’agricoltura hanno trovato la quadra sulla riforma della PAC post 2013. L’intesa è stata raggiunta a maggioranza qualificata, con il sostegno di 25 Paesi su 27 (contrari Slovacchia e Slovenia). La Presidenza di turno irlandese dell’UE ha comunque assicurato di aver ricevuto un “forte mandato” per negoziare, nel rispetto del calendario previsto, questa complessa partita con Commissione e Parlamento a partire da aprile. Obiettivo: concludere l’iter di riforma entro giugno.

In sintesi. Nel prossimo mese di giugno, il lungo e complesso iter di riforma che ha visto susseguirsi una serie di impennate e soste forzate, arriverà a compimento. Per la prima volta nella storia dell’Unione Europea sono entrati in gioco i poteri legislativi del Parlamento in materia agricola. La nuova PAC sarà così decisa congiuntamente da Parlamento, Consiglio e Commissione. La fase dei triloghi è iniziata l'11 aprile con il confronto tra Consiglio e Commissione sull'intero impianto della riforma, sul quale si conta di raggiungere un accordo entro la conclusione del semestre di Presidenza irlandese, ovvero il prossimo mese di giugno. Il via del Parlamento europeo (con vari distinguo). Il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati Membri relativo alle future regole sui “Pagamenti diretti” è stato approvato con 427 voti (224 contrari e 32 astensioni). Quello riguardante i negoziati sulle norme future per lo “Sviluppo rurale” è stato invece approvato con 556 voti (95 contrari e 18 astensioni). Il progetto di mandato per i negoziati sulla futura “Organizzazione Comune di Mercato” è stato approvato con 375 voti (277 contrari e 24 astensioni). Infine, il mandato sui negoziati in materia di “Norme di finanziamento, di gestione e di monitoraggio” è stato approvato con 474 voti (172 contrari e 23 astensioni).

Una PAC più equa. Come ha rilevato dopo il voto lo stesso Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, con questo provvedimento “è stato raggiunto un giusto equilibrio tra sicurezza alimentare e miglioramento della protezione ambientale. In questo modo, la nuova politica agricola europea potrà in futuro fornire maggiori beni pubblici ai cittadini. Allo stesso tempo, la nuova PAC dovrà essere resa meno burocratica e più equa per gli agricoltori, per rafforzarli e aiutarli a fronte a situazioni di crisi. Gli aiuti agli agricoltori sono soldi pubblici e quindi devono essere resi noti, ecco perché abbiamo votato in favore della loro pubblicazione. E abbiamo anche eliminato la possibilità che un agricoltore sia pagato due volte per lo stesso motivo. Questa sarà la posizione del Parlamento europeo al momento di negoziare la sua forma definitiva con gli Stati “Membri”. Greening. Il 30% dei bilanci nazionali per i pagamenti diretti dovrebbe essere subordinato al rispetto delle misure di greening obbligatorie, ma il Parlamento europeo sottolinea che tali misure devono essere rese più flessibili e graduali. Le tre misure principali (diversificazione delle colture, conservazione dei pascoli permanenti e creazione di aree di interesse ecologico), rimarrebbero tali, ma con alcune eccezioni, ad esempio, per prendere in considerazione le dimensioni dell'azienda.
Le sfide dei mercati. Per aiutare gli agricoltori a far fronte alla volatilità del mercato e a rafforzare la loro posizione contrattuale sui prezzi, le organizzazioni degli agricoltori dovrebbero avere nuovi strumenti a disposizione ed essere autorizzate a negoziare contratti per conto dei loro membri. Quote latte, zucchero e vino. Per garantire che la fine delle quote latte non comporti una crisi nel settore lattiero-caseario si dovranno prevedere aiuti per almeno tre mesi per i produttori di latte che hanno volontariamente tagliato la produzione di almeno il 5%. Emendamenti che chiedevano una proroga delle quote latte, oltre la data di scadenza del 2015, sono stati respinti. Il Parlamento ha posto il veto a proposte di permettere la fine delle quote per lo zucchero, in scadenza nel 2015, per consentire ai produttori di barbabietole di prepararsi alla liberalizzazione del settore prevista nel 2020. Anche il diritto di impianto della vite dovrebbe essere prorogato almeno fino al 2030.
Soglia, giovani, grandi beneficiari, tetto massimo degli aiuti, sburocratizzazione. Gli agricoltori di tutti gli Stati Membri non dovrebbero ricevere aiuti al di sotto del 65% della media UE. Il Parlamento ha anche votato a favore della pubblicazione dei beneficiari dei finanziamenti agricoli e ha inserito un elenco di proprietari terrieri, come gli aeroporti e le società sportive, che dovrebbero essere automaticamente esclusi dal finanziamento comunitario, a meno che non dimostrino che l'agricoltura contribuisce a una quota sostanziale del loro reddito. I giovani agricoltori dovrebbero ottenere un 25% in più sui pagamenti, per un massimo di 100 ettari, e gli Stati Membri dovrebbero essere liberi di utilizzare più fondi per sostenere i piccoli agricoltori. Il Parlamento ha sostenuto la proposta della Commissione di stabilire un tetto massimo, pari a 300.000 euro, per i pagamenti diretti a qualsiasi azienda e di ridurre sostanzialmente i pagamenti per chi riceve più di 150.000 euro. Ciò non si applicherebbe alle cooperative che ridistribuiscono i pagamenti ai propri membri. Infine, si dovrà puntare a un forte ridimensionamento della burocrazia e garantire che le sanzioni contro la violazione delle regole europee siano proporzionate.
(Fonte: Europe Direct Veneto di Veneto Agricoltura)

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